
Michael Kenna è un fotografo forse ancora non diffusamente conosciuto in Italia, nonostante sia da anni apprezzato dagli addetti ai lavori di tutto il mondo.
Difficile del resto non apprezzarlo, soprattutto per noi di Photographers che, ammettiamo, lo adoriamo da sempre.
Assistere all’incontro organizzato presso Micamera poco prima di Natale ci ha poi consentito di scoprirne aspetti più personali, quali affabilità e rare onesta e umiltà professionali.
Molti professionisti dichiarano
le proprie influenze, ma davvero pochi arrivano a confrontare direttamente i
propri scatti con un Atget o un Bill Brandt, magari raffiguranti
intenzionalmente il medesimo luogo, come ha fatto Kenna.
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Coraggioso anche il ribadire più volte che ottime foto possono derivare da scatti di partenza banali dal momento che il processo creativo investe ogni fase della realizzazione di un’immagine, dalla sua “previsualizzazione” alla stampa. E qui si innesta l’approccio quasi mistico di Kenna che dirige autonomamente ogni singolo momento del suo lavoro, sia commerciale o di ricerca, con concentrazione e passione, fin dentro alla camera oscura. Tanto che, con un sorriso, ammette di non aver mai lasciato nessuno stampare una sua foto dal momento che soltanto lui già “vede” cosa intende ottenere.
Nel corso della serata Kenna si è
focalizzato unicamente sulla propria ricerca personale: una fotografia di
paesaggio, esclusivamente a pellicola in bianco e nero, di straordinaria
intensità; struggente, onirica, spesso minimale. I soggetti sono la natura,
tesori architettonici, città e le aree industriali che si ammantano di una
propria bellezza inquietante anche nel caso più eclatante delle centrali
nucleari. |
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Tempi di posa lunghissimi che restituiscono immagini materiche e languide, spesso realizzate di notte, non senza difficoltà ed eventuali “fallimenti” messi serenamente in conto.

Il sito di Michael Kenna ha un vastissimo archivio e vi suggeriamo di passarci un po’ di tempo.
Pare inoltre che per la fine del 2009 verrà allestita una sua mostra presso Palazzo Magnani, a Reggio Emilia: non c’è bisogno di dirlo, noi ci saremo.
testo di Arianna De Micheli