
Si è chiuso lo scorso mese il
Lucca Digital Photo Festival che, giunto alla quarta edizione, ha visto
confermato il suo successo di pubblico. Non solo, il fatto che Andrea Pacella ed Enrico
Stefanelli siano stati invitati a raccontare l’esperienza del Festival alla
tavola rotonda organizzata in occasione dell’ultimo Mois de la Photo parigino
che si proponeva di fare il punto sulle realtà più interessanti e dinamiche, a
confronto con le kermesse di maggior tradizione come Les Rencontres d’Arles e
Il festival di Perpignan, ci sembra la cartina tornasole del crescente
interesse che il LDPF sta esercitando anche sugli addetti ai lavori.
Il programma concomitante alla manifestazione è stato ricco di workshop, letture portfolio e incontri con autori e professionisti del settore. In calendario anche il gala di premiazione, il cui ospite d’onore è stato quest’anno Alex Webb, che ha visto assegnare, per citarne alcuni, il premio Canyon TAF all’ottimo Paolo Pellegrin e il LUCCAdigitalPHOTO award al già citato Webb; per la sezione video è stata invece premiata Patrizia Savarese e per quella fotografica Mario Daniele.
| Proprio Mario Daniele è stata per noi una piacevole sorpresa, sia per la qualità del suo lavoro sia per il sincero entusiasmo con cui si è presentato sul palco. Fotografo autodidatta e insegnante di professione, solo recentemente ha iniziato a dedicarsi a tempo pieno alla fotografia. Bello il suo ciclo "Océan: da Capbreton a Quiberon", incentrato sulle coste atlantiche francesi e dichiaratamente in sintonia coi toni delle pagine di Oceano Mare di Alessandro Baricco. |
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Immagini volutamente
sovresposte, “leggere”, di cui si intuisce anche una sapiente elaborazione che
mai si fa eccessiva, che paiono quasi degli acquarelli anche grazie alla carta
cotone utilizzata per le stampe. In lui crediamo di vedere perseveranza, umiltà
e talento e il premio ci pare, per questo, meritatissimo.
Sempre a proposito di premi,
siamo lieti che a vincere la borsa di studio indetta da IIF, a seguito delle
lettura portfolio, sia stato proprio un nostro utente, Pietro Nencioni. A lui
vanno i nostri più sinceri complimenti.
Tornando alle mostre, ci concentreremo su quelle che più ci hanno colpito.
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| Di grandissima suggestione soprattutto quella di Mario Lasalandra che raccoglie opere realizzate fra il ’62 e il 2006. Un mondo dalle atmosfere felliniane il suo, popolato da clown, angeli, colombe e cavalli, fantasmi… disposti nelle sue immagini con geniale sapienza drammatica. Evocazioni e racconti di una sensibilità artistica che riteniamo rara e preziosa.
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Sicuramente noto a tutti Paolo
Pellegrin. Bianco neri straordinari, un reportage dall’estetica complessa e
finissima di cui non ci interessa indagare l’eventuale auto compiacimento:
anche fosse, a nostro modesto parere se lo può più che permettere.
Interessante anche l’inquietante umanità riprodotta da Matteo Basilè, un pioniere dell’arte digitale come si definisce lui stesso. Figure sacre, regali e mitologiche le sue, che scardinano cliché e categorie, spesso facendo del corpo il mezzo espressivo d’eccezione.
Ha meritato la visita naturalmente anche la retrospettiva, la prima in Italia, dedicata ad Alex Webb. Suo marchio di fabbrica l’uso magistrale del colore e della luce.

Ancora una nota per il POM
realizzato, in collaborazione con il GRIN, da Paolo Woods, vincitore del Premio
Ponchielli 2008, e presentato al Festival in anteprima assoluta nel contesto di
Territoires de Fictions, progetto fotografico e audiovisivo europeo nato in
Francia dall’idea di Wilfrid Estève e coordinato in ambito internazionale da
Laura Serani. POM sta per petit objet multimedia, ovvero un clip della durata
di pochi minuti composto da immagini fotografiche. L’autore ha scelto di
utilizzare gli scatti di Chinafrica, un riuscito reportage sulla nuova Cina
alla conquista del continente africano. |
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Nella sala accanto la video
installazione di Patrizia Savarese, “Lo straripamento”, con musica di Vittorio
Nocenti: una pioggia torrenziale sui tasti di un pianoforte e sulle dita del
musicista che lo sta suonando. Pare davvero che l’acqua sia l’elemento
d’elezione per questa fotografa a molti nota proprio per “Acquatica” e
“Acquarelli.”
Infine, fra gli autori dell’immancabile World Press abbiamo scoperto Pieter ten Hoopen e Oded Balilty.
testo di Arianna De Micheli